Informazioni sui gioielli

Perla Scaramazza: gemma irregolare e perfettamente imperfetta. Ogni gioiello con Perla Barocca è esclusivo, un tributo all’originalità e alla creatività. Esalta la tua personalità con stile anticonformista.

Che cos’è la perla scaramazza?

La perla scaramazza, o perla barocca, è una gemma unica nel suo genere, distinta dalle perle classiche per la sua forma imperfetta e irregolare. Questa caratteristica la rende particolarmente affascinante agli occhi di molti, inclusa me. Le perle barocche sono definite tali proprio per la loro irregolarità, che le distingue nettamente dalle perle con forme ben definite.

Queste gemme possono essere sia naturali che coltivate e si sviluppano all’interno di ostriche e altri molluschi attraverso un processo di autodifesa. Quando un mollusco entra in contatto con un corpo estraneo, come un granello di sabbia o un parassita, secerne madreperla, che avvolge l’intruso e, con il tempo, si indurisce formando una perla scaramazza. Le irregolarità, le “ammaccature”, e le dimensioni variabili sono tutte caratteristiche che contribuiscono al fascino unico della perla barocca.

Il vero incanto di queste perle risiede nella loro imperfezione. Ogni perla scaramazza è diversa per forma, colore e modo in cui riflette la luce, rendendo ogni gioiello che le incorpora esclusivo, unico e irripetibile. Questa perfezione nell’imperfezione le rende particolarmente desiderabili per chi cerca di esprimere la propria individualità attraverso i gioielli.

Optare per una perla barocca significa scegliere di distinguersi, abbracciare l’anticonformismo e valorizzare un’estetica meno convenzionale. Queste perle sono una splendida espressione di coraggio stilistico, di un carattere forte e di un senso estetico personale. Dal mio punto di vista, lavorare con le perle scaramazze è un costante stimolo creativo: è la forma irregolare della perla a guidare il disegno del gioiello, garantendo che ogni pezzo sia veramente unico e irripetibile.

La qualità della perla barocca

La natura non si fa mai incasellare. Quindi possiamo dire che le forme delle perle scaramazze sono infinite. Alcune comunque sono state codificate con i relativi nomi: Keshi (le più rare e apprezzate in gioielleria), Coin, Biwa (dall’omonimo lago giapponese), gemelli, patate, monete, grani di riso, cuore, pera, nocciola, semi-barocca, goccia ecc.

Ovviamente non hanno tutte lo stesso valore. Come per le perle tradizionali, si valuta la qualità di una perla scaramazza in base al colore, alla luminosità/lucentezza, alla perlescenza (cioè la capacità di riflettere la luce), al peso e alla dimensione. Le più comuni (circa il 90%) sono quelle d’acqua dolce (e quindi di minor valore e minor prezzo), ma non è raro che una perla barocca faccia la sua comparsa tra le famose perle dei Mari del Sud, tra quelle di Tahiti e persino tra le rinomate Akoya, che di solito sono perfettamente sferiche. In questo caso il valore (e dunque il prezzo) della perla aumenta.

Da Australia, Indonesia e Birmania giungono le quantità maggiori e sono di solito di colore chiaro. Quelle con tonalità più scure arrivano in prevalenza dalle acque dell’oceano Pacifico che bagnano Tahiti, di altissimo prestigio.

Resta che, generalmente, le perle scaramazze sono più economiche non perché siano di minore qualità ma perché sono più comuni e facilmente reperibili rispetto alla perla perfettamente rotonda e liscia.

In generale, possiamo dire che più la perla barocca è grande e la sua forma è regolare e simmetrica, più è alto il suo valore. Inoltre, una perla è di elevata qualità quando è luminosa e restituisce riflessi iridati cangianti. 

Un po’ di storia

La fortuna delle perle scaramazze risale al periodo tra il XVI e il XVII secolo: mentre da una parte si diffondeva il loro uso “di massa” per via del prezzo più basso, dall’altro la loro particolarità, a differenza di quelle tonde, permetteva ai gioiellieri di cimentarsi in creazioni straordinarie e bizzarre, fino a far diventare il gioiello un oggetto da collezione, un capolavoro artistico. 

Dimensioni straordinarie, colori particolari, lucentezza e perlescenza intense della perla barocca davano vita a gioielli di grande maestria, raffiguranti fauni, tritoni e altri animali fantastici che le famiglie ricche e nobili dell’epoca facevano a gara nel possedere e collezionare (la maggior parte sono andati perduti a causa della degradabilità della madreperla, ma alcuni sono ancora conservati in musei e collezioni private).

Nei secoli successivi le perle sferiche prendono il sopravvento nel settore della gioielleria perché considerate più rare e quindi di maggior valore e bisognerà aspettare l’inizio del XX secolo – con la stagione del Liberty che amava le forme morbide e floreali – perché la perla scaramazza torni in auge, sebbene per un breve periodo: l’avvento delle perle di coltivate cambia nuovamente il mercato.

Oggi le perle scaramazze fanno bella mostra di sé sia nei bijoux che nella gioielleria vera e propria dove vengono impiegate le barocche di grande valore come quelle dei Mari del Sud o di Tahiti. Ci sono straordinari esempi di gioiellieri di fama internazionale (come Buccellati) che traggono ispirazione dalle svariate forme delle scaramazze per creare gioielli-capolavoro.

Conclusione

Avrai certamente capito che il fatto di avere una forma irregolare non fa della perla scaramazza una perla “minore” o di seconda scelta. Una perla barocca può avere una qualità tale da essere superiore ad una perfettamente sferica (e viceversa) e dunque il confronto non ha senso. Dal mio punto di vista l’unico confronto da fare è tra perle brutte e perle belle!

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